Come accennato nel precedente articolo vediamo ora quali sono le distorsioni cognitive più comuni. Sarà facile ritrovarsi un po’ in tutte, ma ciascuno scoprirà quelle che utilizza più spesso.
Catastrofizzazione: a partire da un evento negativo anche molto piccolo si immagina che la situazione evolverà sicuramente in un disastro insopportabile. Ad esempio pensare che prendere un brutto voto a scuola possa compromettere irrimediabilmente la vostra reputazione e farvi perdere l’anno. Questo tipo di pensiero è spesso causa di forti ansie, sono sul treno affollato penso che potrei svenire e ciò sarebbe terribile perché tutti rideranno del mio malessere e nessuno mi presterà soccorso.
Pensiero bianco o nero: le cose possono andare bene o male, le persone o vi amano o vi odiano. Ad esempio capita spesso che se iniziamo a seguire una dieta e per una volta sgarriamo riteniamo che ormai la dieta sia andata e non abbia più senso seguirla. Questo pensiero spesso accompagna le nostre tendenze al perfezionismo perché riteniamo che una cosa possa andar bene solo se non presenta difetti, altrimenti è completamente da buttare.
Predizione del futuro: avere la certezza di sapere quel che accadrà e iniziare già a comportarsi di conseguenza. Mi invitano ad una festa dove so già che non mi divertirò quindi vado con atteggiamento dimesso e mi rintano nell’angolino, ecco che le mie è previsioni si sono avverate.
Lettura del pensiero: esser convinti di sapere cosa sta pensando l’altra persona, ed in particolare presumiamo che l’altro abbia un pensiero negativo nei nostri confronti.
Ipergeneralizzazione quando da un evento ne traiamo una regola generale, l’uso di avverbi come sempre, mai tutti, nessuno sono spesso la spia di questo modo di pensare. “Ce l’hanno tutti con me”, sono sempre il solito sfortunato
Svalutare il positivo È uno stile di pensiero depressivo, gli inglesi lo chiamano anche pensiero “YES… BUT” ovvero “SI…MA” tipico di quando riconosciamo il positivo ma subito lo sminuiamo dando più importanza ad aspetti negativi. Posso ad esempio pensare di esser riuscito a risolvere un problema…si, ma non conta molto perché ce ne sono altri che ancora non ho affrontato. Abbiamo vinto la partita… si, ma si poteva giocare meglio
Personalizzazione ovvero “è tutta colpa mia”. Può capitare di incontrare un amico che ci saluta di sfuggita e pensare “cosa gli avrò fatto?”
Queste sono le principali distorsioni che spesso caratterizzano il nostro modo di pensare. Durante una terapia cognitivo comportamentale come quella che attuiamo presso Centro Cognitivo di Saronno si viene guidati alla scoperta dei proprio modi abituali di pensare per poterli analizzare e modificare quando necessario. Nel prossimo articolo daremo qualche breve suggerimento pratico per iniziare da soli a cambiare alcuni d questi pensieri.